Paolo Patruno | AGRIcultura

Paolo Patruno

Paolo Patruno, di Gioia del Colle

Tenuta Patruno Perniola

La Tenuta Patruno Perniola ha sede nel cuore della Murgia pugliese, a Gioia del Colle, in una suggestiva zona della Puglia a ridosso delle province di Bari e Taranto e rappresenta una piccola dinamica realtà imprenditoriale.

Nasce ai primi del 1800 dalla passione di una famiglia per il proprio territorio, così ricco di storia e tradizioni, ma ancora poco conosciuto, volendolo rappresentare al meglio attraverso i propri prodotti.

Il suo obiettivo prioritario, è preservare e valorizzare le caratteristiche del vitigno principe della zona, il Primitivo di Gioia del Colle, di cui si trovano tracce risalenti ai tempi dei Peuceti e che fu riconosciuto e classificato per la prima volta nella seconda metà del ‘700, dal Primicerio Filippo Indelicati; il religioso benedettino si avvide presto delle potenzialità del vitigno, che studiò e migliorò nel corso degli anni, fino a selezionarne le piante migliori che sono arrivate a noi.

A questo scopo, è stato ripristinato accanto alla masseria il vigneto, localizzato in una zona particolarmente vocata per il Primitivo di Gioia del Colle, perché adatta a svilupparne le migliori caratteristiche: la posizione collinare, a circa 350 mt s.l.m., l’ottima esposizione al sole, la ventilazione continua, le frequenti escursioni termiche e il terreno roccioso ricco di minerali, che danno al terreno un colore rossiccio tale da denominare questa come la zone delle “Terre rosse”.

Rispetto ad altre zone regionali e nazionali di produzione, solo qui, le condizioni climatiche e territoriali particolarmente felici, portano all’espressione di un vino di ottima qualità, elegante, tannico, di gran corpo, pieno ed armonico.

Le lavorazioni in cantina non risultano mai invasive, e non interferiscono sulla piena espressione aromatica dei vini da noi prodotti, nell’intento di valorizzare il carattere del Primitivo e la potenzialità espressa dal terrori; le uve a bacca rossa del Primitivo, rappresentano, infatti, il simbolo, l’identità, la storia vitivinicola di Gioia del Colle.

Presso la Tenuta, si producono vini da uve Primitivo in purezza, una DOC, un IGT ed un IGT dolce.
Crediamo molto nelle potenzialità di questo vitigno, tanto che la nostra interpretazione dei vini secchi non ne aumenta la struttura arricchendola esageratamente col legno, né, all’opposto, punta sulla freschezza e sulla giovanilità; tendiamo, infatti, a valorizzarne la trama fitta e corposa, e la struttura e la consistenza tipica dei grandi vini rossi.
La versione dolce, invece, rappresenta una ulteriore esplorazione delle possibilità espressive di questa terra, secondo una chiave di lettura legata alla antica tradizione del Primitivo dolce rivisitata con tecniche moderne.

La decisione di lavorare da sempre unicamente con il Primitivo si accompagna all’obiettivo di migliorare costantemente la qualità dei vini prodotti, per poter permettere tanto all’appassionato di vino quanto al bevitore occasionale di poter gustare un qualcosa di unico ed inimitabile.

In quanto alla storia dell’azienda, questa nasce "ufficialmente" nel 2002-03, quando mia madre decide di riprendere in mano la masseria di famiglia di fine 1700-primi 1800 che rischiava di essere ceduta dopo essere stata data in affitto ad un mezzadro.

Seguendo le preziose indicazioni dei nonni, pianta nuovamente il vigneto accanto alla masseria, la varietà scelta è rigorosamente Primitivo di Gioia del Colle, varietà autoctona per eccellenza. Si sceglie il terreno, la modalità di impianto, la distanza tra le piante (che, testuali parole, “devono avere spazio vitale per respirare e non stare addossate le une alle altre”, con la finalità di massimizzare l’investimento) e via dicendo.

Dopo la vigna, segue la piantumazione di una serie di alberi da frutto e ornamentali tipici del territorio (ulivi, melograni, peschi, fichi, giuggioli, mandorli, ciliegi, amarene, ma anche allori, corbezzoli, carrubo, oleandri), con lo scopo di ripristinare lentamente la struttura restituendole la bellezza che la caratterizzava.

Nonostante fossi alle prese con gli studi universitari in Medicina e Chirurgia, condivisi l’idea di mia madre di far rivivere questa struttura, della quale avevo ricordi meravigliosi, avendo trascorsi i mesi estivi in compagnia dei nonni, dalla fine della scuola alla vendemmia, che rappresentava per me un momento di gioia e di dispiacere (alla gioia della vendemmia faceva da contraltare la consapevolezza che, da lì a poco, sarebbe ricominciata la scuola).

I ricordi dei fichi secchi con le mandorle, il vin cotto di fichi cucinato a fuoco lento nel caminetto nel pentolone di rame, la passata di pomodoro fatta coi pomodori datterini coltivati nel terreno di fronte, i pomodori messi a seccare sulle sporte di vimini intrecciato, le cicerchie, il purè di fave, i sivoni e le cicorie (erbe eduli tipiche di questa zona) sono riemersi dalla memoria e sono diventati nuovamente una realtà gastronomica quotidiana o legata a periodi particolari dell’anno (come i mostaccioli e le fiorentine, dolci invernali tradizionali, e come le cartellate, dolci tipici natalizi).

La filosofia aziendale è improntata sul rispetto dell’ambiente, del territorio e delle tecniche colturali tradizionali.

Tutta l’azienda ed i suoi prodotti sono certificati biologici, e non abbiamo mai fatto uso di sostanze chimiche, fitofarmaci, pesticidi.

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